Il tracciato via Muccia

A Muccia la strada, che tagliava l'abitato, oggi via Varano e via Roma, passava fuori, oltre la chiesa di Santa Maria da Varano, avanzava verso la Maddalena, fino a Pontelatrave. Fino alla prima metà del XVI secolo, si attestava tra il convento di San Francesco, dove nel 1510 fu ospitato Giulio II con alcuni notabili, ed il castello di Beldiletto. Dopo la chiesa di San Giovanni, il tracciato si ricongiungeva a Polverina per risalire a nord fino a Valcimarra. Superato il lago di Borgiano, la strada oggi diviene via Nazionale, poi di Santa Maria, come il borgo ai piedi di Belforte del Chienti; al castello, sul colle, si accedeva dalla porta Santa Lucia, accanto a cui si conservano un'antica fonte ed un lavatoio.



Anteprima tappa

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I BORGHI E LE CITTA'


VISSO

Visso si trova nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; il centro storico, protetto da mura e porte fortificate, conserva la sua origine medievale.
Sulla piazza dei Martiri Vissani si affacciano la Collegiata, eretta nel XII secolo, con affreschi di Paolo da Visso, e la vicina chiesa di Sant'Agostino, oggi Museo-pinacoteca, il Museo dei Manoscritti leopardiani. Non lontana è la chiesa di San Francesco, costruita con il Santo Poverello ancora in vita; presso il convento, dimorò anche San Giacomo della Marca. Dal borgo è possibile raggiungere la via Postale, passando per Pieve Torina, oppure per Macereto; qui venne edificata la prima cappella, oggi inglobata nel tempio definito «il più completo esempio di architettura rinascimentale cinquecentesca delle Marche». Vi si venera la Madonna di Macereto. Dotato della Casa dei Pellegrini e del Palazzo delle Guaite, Visso fu tappa di pellegrinaggio, anche per principi, vescovi, cardinali e papi che nel tempo lo arricchirono di privilegi.
Con l'odierno Torneo delle Guaite, ogni estate, vengono rievocate dal 1255 le cinque unità amministrative nelle quali fu suddiviso il territorio di Visso.
Patrono: San Giovanni Battista.

SERRAPETRONA

Vuole la tradizione che Serrapetrona debba il nome al ricco e valoroso Petronio, cittadino romano, rifugiatosi in queste terre per sfuggire a persecuzioni. Difeso da due cinte murarie di epoca medievale e quattro porte cittadine, il nucleo storico si è sviluppato dal XIII secolo intorno alla chiesa di San Clemente ed al palazzo civile. Libero comune, fu aggregato al distretto di Camerino. Tra le memorie lauretane, si segnala una statuetta policroma in legno della Madonna di Loreto, del XVII secolo, venerata nella chiesa di San Lorenzo in località Castel San Venanzo. Si tramanda a Serrapetrona la produzione di un vino rosso spumante naturale, attestata già nel medioevo, detto “la vernaccia”.
Patrono: San Clemente.


PIEVEBOVIGLIANA

Abitata fin dalla preistoria, Pievebovigliana fu statio romana sulla via verso l'Umbria. Nel medioevo passò ai monaci Benedettini che vi eressero il loro monastero. Nella parte alta del paese sta la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Pontelatrave fu per secoli importante stazione di posta, snodo tra la strada Postale e la via di Macereto e Visso. Numerose sono le testimonianze di culto e pellegrinaggio lauretano, tra cui San Giusto in San Maroto che conserva un affresco della Madonna di Loreto del '300. Alla fine del XIX secolo, si stabilì a Pievebovigliana la distilleria Varnelli, produttrice di mistrà, nata nel 1868 dai fratelli Girolamo e Giovanni come azienda erboristica artigianale.
Patrono: San Macario abate.


CALDAROLA

È tradizione che Caldarola ebbe origine da una comunità di Cristiani sfuggiti nel IV secolo alle persecuzioni e giunti sul colle di Colcù. A Caldarola era attivo Francesco Pino, dei Frati Minori, che diede vita alla Compagnia di Santa Maria, all'Ospedale ed al Monte di Pietà; abile oratore e laborioso pacificatore. Nel '500 il Comune conobbe la sua massima fioritura grazie ai conti Pallotta che la resero una raffinata cittadina rinascimentale. Fu allora trasformato il castello di famiglia che domina il borgo. Tra gli ospiti illustri figurano, tra gli altri, il sommo pontefice Clemente VIII e la regina Cristina di Svezia. Vi nacquero a Caldarola Giovanni Andrea e Simone De Magistris.
Patrono: San Martino.



BELFORTE DEL CHIENTI

Il nome deriva molto probabilmente dalla felice posizione su un colle a metà strada tra la montagna e il mare. L’antico borgo, costituito da strette e ripide viuzze, domina la sponda nord del fiume Chienti. Dai reperti rinvenuti si può affermare l'origine in epoca romana. Prima della fondazione del castrum, nel territorio era situata la Corte di Travenano, possedimento dell’abbazia di Santa Maria in Farfa. I primi riscontri del castello di Belforte si hanno nel Libro Rosso del Comune di Camerino. Il castello aveva per la città camerte un’importante funzione difensiva nei confronti di Tolentino. Successivamente Belforte passò sotto lo Stato Pontificio e ne seguì le vicende fino all’unificazione d’Italia, periodo in cui assunse l’attuale nome di Belforte del Chienti. Oggi Belforte del Chienti conserva l’ampio giro di mura (secolo XIV), che si sviluppa anche a valle con gli ottocenteschi borghi di Santa Maria e di San Giovanni, arricchiti da pregevoli luoghi d’interesse.
Patrono: Sant’Eustachio.



LA BELLEZZA CHE TROVI SULLA VIA LAURETANA

Il convento di San Francesco di Pontelatrave

Per la tradizione, la chiesa e l’annesso convento fu fondata, dal Poverello di Assisi che, intorno al 1215 qui aveva trovato riparo. Nel tempio sono presenti affreschi di Cola di Pietro e Girolamo di Giovanni. Andò perduto nell'incendio del 1892 il crocefisso ligneo, che dava il nome alla chiesa, donato dal Santo. Sotto il portico si leggono tracce di affreschi sulla la vita di Francesco, dei secoli XIII e XIV.


Il Castello di Belforte del Chienti


Il castello di “Bel Forte”domina la valle del Chienti, difeso dalle mura costruite nel XIV secolo. È attestato fin dal 1207, quando il console Riccomanno Vicomandi si sottomise a Camerino che lo acquisì contro Tolentino, sotto la quale passò nel 1260. Poi sottomesso a Francesco Sforza, nel XVI secolo fu annesso allo Stato Pontificio.


La collegiata dei Santi Gregorio e Valentino di Caldarola

La chiesa fu costruita all'inizio del '600 sulle rovine della precedente tempio fondato dai Longobardi alla fine dell'VIII secolo; sono esposti un sacello processionale della Santa Casa, del XVIII secolo, ed una madonna del Rosario, dipinta a olio da Giovanni Andrea De Magistris e Durante Nobili.

Il santuario della Madonna del Sasso di Valcimarra

La piccola chiesa è come incastonata in un antro naturale, dove la leggenda vuole si nascondesse la Sibilla Cimaria e che i Benedettini della vicina abazia elessero per romitorio. Conserva presso l'altare un frammento di affresco che ritrae la Madonna di Loreto, del XV secolo.


Chiesa Santa Maria Assunta di Caldarola

Nel castello, voluto dai Da Varano, presso la chiesa, eretta nel XII secolo ed intitolata a Santa Maria Assunta, si conserva il fonte nel quale fu battezzato il Beato Francesco Piani.


La collegiata di San Martino

La collegiata di San Martino, come la precedente fu fabbricata su commissione del cardinal Evangelista Pallotta e presenta opere dei De Magistris; il santuario di Santa Maria del Monte, aperto al culto nel 1780, sorge sull'area prima occupata dalla precedente chiesiola in cui già si venerava la tavola della Vergine che nel 1491 il Beato Francesco Piani fece dipingere da Lorenzo D'Alessandro.
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Per maggiori informazioni a livello storico si può consultare il terzo volume dell'arch. Giacomo Alimenti dal titolo "L'Antica Via Lauretana: itinerario «sì corporale, come spirituale» da Roma a Loreto" edito dalle Edizioni Università di Macerata, anno 2016.

E' stata realizzata e messa a disposizione gratuitamente l'app "Cammini Lauretani" per iOS e Android.

ALBUM


MUCCIA - BELFORTE DEL CHIENTI

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